La chiesa parrocchiale nasce non come monumento da ammirare, ma come punto di incontro per la gente del quartiere. É questa l’idea che sta dietro all’opera solida e funzionale di Costantino Sneider, che originariamente l’aveva concepita come un edificio di piccole dimensioni, comprendente un’unica navata con abside.

La pianta attuale risale invece all’ampliamento del 1955 eseguito dall’ingegnere Paolo Stefani. La pianta è stata pensata in modo estremamente rigoroso: navata centrale, navate laterali sormontate da matronei, transetto con due piccoli altari a destra e a sinistra dell’abside.

Su questa pianta si sono succedute alcune trasformazioni dell’interno. La prima nel 1963, quando è stato modificato per la prima volta il presbiterio e affrescata l’abside.

La seconda trasformazione intorno agli anni ’70, durante la quale è stata smantellata la balaustra. Il presbiterio restava sopraelevato di tre gradini con l’altare (in marmo bianco sorretto da due pilastri cruciformi in marmo giallo di Siena) spostato al centro per permettere la celebrazione coram populo e il tabernacolo al centro del semicerchio dell’abside. A destra l’ambone e a sinistra la sede, accanto alla quale veniva posto un crocifisso ligneo tuttora presente.

L’altare di sinistra, sormontato da una statua della Beata Vergine Maria, viene sostituito dal battistero, sormontato da una scultura lignea del Cristo Risorto; resta invece l’altare di destra, ma viene sostituita la statua del  Sacro Cuore che lo sormontava con una scultura lignea di S. Giuseppe lavoratore e Gesù bambino.

L’ultima modifica risale al 2002. La Chiesa viene tutta ridipinta. Nel posto occupato precedentemente dal tabernacolo si realizza la sede lignea, che copre la didascalia pittorica alla base dell’affresco riportante la dizione LUMEN GENTIUM. La sede è munita di un leggio mobile che all’occorrenza, o nelle celebrazioni solenni, può essere rimosso.

A sinistra dell’abside è modificato il fonte battesimale al di sopra del quale resta la scultura lignea del Cristo Risorto. Il fonte in marmo (la cui forma è metà di un ottagono) viene trasferito all’ingresso della navata sinistra e trasformato in acquasantiera principale, sormontata da un mosaico del Cristo Pantocratore, mentre il fonte viene realizzato in legno e rame.

Sempre a sinistra, nella nicchia tra le due porte di accesso alla sacristia, dal 1989, c’è il sarcofago che custodisce le spoglie mortali del servo di Dio Arnaldo Canepa.

A destra si trova l’altare con il tabernacolo per la custodia della Santissima Eucarestia, sormontato non più dalla statua lignea di S. Giuseppe e Gesù bambino ma dal bassorilievo processionale del 1923 raffigurante la Santa Vergine onorata col titolo di Madre del Buon Consiglio.

La parte di maggior rilievo dell’abside resta l’affresco che la decora dal 1963 ad opera di Carlo Mariani. Diviso in due fasce orizzontali, in quella inferiore è presentata la Chiesa nel volto di Santi Padri e Dottori della Chiesa, con al centro il beato Papa Giovanni XXIII. In quella superiore domina la figura di Maria seduta in trono con il Bambino Gesù in braccio, ai cui piedi si trovano Paolo VI e una famiglia.

Tema dell’affresco è quello della duplice maternità della Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa. Sul lato sinistro vi è raffigurato l’arcangelo Gabriele nel momento dell’Annunciazione, con la didascalia che riporta SPIRITUS SANCTUS SUPERVENIET IN TE; sul lato destro la Vergine Maria è seduta in trono tra S. Pietro e S. Giovanni con la didascalia che riporta PERSEVERANTES IN ORATIONE CUM MARIA.

La facciata, di ispirazione romanica, è rivestita da una cortina di mattoni sulla quale risalta il bianco del travertino che incornicia il portale di ingresso e l’arco che corona la lunetta. Quest’ultima racchiude un altorilievo del 1988 eseguito in occasione del’Anno Mariano; la Vergine sorregge in braccio Gesù Bambino ed invita la gente ad entrare in Chiesa.